mercoledì 26 novembre 2014

L'importanza di chiamarsi Matteo

Matteo significa dono di Dio. Secondo il sito significatonomi.info Matteo è schietto, deciso, solido, tenace, si impegna e riesce a ottenere ciò che si prefigge; e sul fatto che i due Matteo che imperversano sulla scena politica italiana in questo scorcio di 2014 riescano ad ottenere ciò che si prefiggono ci sono pochi dubbi.

Il primo, quello fiorentino, ribattezzato Leopoldo honoris causa, aveva lo scopo di prendersi PD e Paese e c’è riuscito in poco meno di un anno, non senza prima aver impallinato il duo Bersani-Letta e irretito 11 milioni di elettori; il secondo, il padano,  ha raccolto i cocci di una lega cialtrona e ladra è ne ha fatto il primo partito del centrodestra mantenendola un po’ meno ladra ma sempre cialtrona.

Le principali abilità dei Mattei sono: una eloquenza accattivante e fluida e una resistenza fisica degna di mezzofondista keniota che permette loro di passare da mattina a notte fonda da un talk show all'altro inframezzando la giornata con convegni, apertura cantieri, taglio di nastri e scorpacciate di polenta taragna.

martedì 11 novembre 2014

Cretinerie a 5 stelle

Oggi faccio una breve incursione nel meraviglioso mondo a 5 stelle in cui tutto è smart, tutto è digitalizzato, tutto è democraticamente partecipato, tutto è ecocompatibile. Fra le idee ecocompatibili, nel senso che sono biodegradabili meglio di una composter pieno di materiale organico, c’è quella fatta dal Senatore Sergio Puglia, promotore di un disegno di legge che prevede l’istituzione di una compagnia di assicurazioni pubblica (http://www.rcautoequa.it/). Lo scopo, a sentire il senatore campano, è quello di “applicare tariffe agevolate e costringere le compagnie (private n.d.r.) a confrontarsi finalmente con un mercato concorrenziale”. L’assunto del nostro è che i principali gruppi assicurativi si accordino per mantenere i prezzi alti.

Il fantasioso ardimento con cui certi “cittadini” pentastellati si lanciano su materie di cui non conoscono le basi più elementari mi ha sempre affascinato. Il consulente del lavoro Sergio Puglia si esibisce in un triplo mortale carpiato rovesciato per mischiare nella stessa frase mercato concorrenziale e società pubblica. Applausi e un bel 10 all'esecuzione e all'ossimoro.

mercoledì 5 novembre 2014

18 miliardi di merendine

18 miliardi di tasse in meno! Così annunciava il 15 ottobre Matteo Renzi nella conferenza di presentazione della legge di stabilità. Quasi 1.2 punti di PIL, la più grande manovra di riduzione delle tasse del secolo, roba che neanche il più liberale dei governo italiani (casomai ce ne fossero stati) abbia mai fatto.

Peccato che il premier non perda il vizio di fare annunci senza contenuti. Renzi mi ricorda uno spot ruffiano e suadente in cui si devono vendere beni primari di consumo; magari voluttuosi e non necessari ma comunque importanti nel marketing contemporaneo. Mi ricorda quello spot interpretato da un famoso attore spagnolo ambientato nell’idilliaco e antico mondo dei mulini ad acqua, in cui tutto è soffice e inzupposo, impastato a mano come si faceva una volta e in cui persino le galline fanno gioiosamente le uova con la sola passione di impastarle alla farina. A dirla tutta più che l’originale Renzi mi ricorda la parodia di quel genio della comicità che è Maurizio Crozza: “molti mi chiedono da dove mi vengono le idee; ieri notte ho sognato…di dare 80 euro ai lavoratori dipendenti. Stamattina, mentre andavo agli studi di Canale 5 a farmi intervistare dalla D’Urso ho sognato di dare altri 80 euro alle mamme”.

sabato 1 novembre 2014

Un drammatico errore di valutazione, i prodromi di una condanna.

Pubblichiamo un interessante intervento di Luigi Desiderato, imprenditore lombardo.

Sono ospite in una trasmissione televisiva locale, invitato a parlare di problemi del lavoro, dell'impresa, la piccola, piccolissima impresa, di quel mondo che attraverso ogni giorno, gravido di sfide tecniche che sono ciò che ho scelto ormai da decenni e che rappresenta il bello del mio lavoro, l’entusiasmo di andare avanti giorno dopo giorno, soluzione dopo soluzione, a suon di fantasia, inventiva, razionalità, esperienza, ma anche - a volte - azzardo di percorrere strade nuove mai intraprese prima, spinto dalla necessità che aguzza l’ingegno. Il mio mestiere è bello, bellissimo, e sono uno dei pochi fortunati al mondo che hanno avuto (e anche si sono creati) la possibilità di fare ciò che piace: per me, inventare cose nuove. A corredo, burocrazia, ostacoli, muri, bastoni tra le ruote, difficoltà, impedimenti che con quanto prima non c’entrano nulla: semplicemente sono il fio da pagare per avere scelto di fare quello che faccio. Un boccone spesso amaro, amarissimo, da dover ingoiare per poter continuare a fare ciò che mi diverte, una specie di pena del contrappasso. E si sta li, finché ce n’è, come cantava Luciano Ligabue.