martedì 16 giugno 2015

Un pensiero sociale (nona parte) - La generazione X

Prendo spunto da un bel articolo di Riccardo Puglisi su Linkesta (http://www.linkiesta.it/generazione-anni-70-senza-potere) per dire anch'io la mia sulla Generazione X, di cui, poco soddisfatto, faccio parte.

Devo tuttavia fare un preambolo prima di incominciare, a beneficio dei pochi che leggeranno questa nota. La cosiddetta Generazione X comprende nati tra gli anni 60 e gli anni 80. Una bella fetta della popolazione oggi in età adulta, possibilmente sposata e con prole, da anni inserita nel mondo del lavoro reale. Bene! Stiamo parlando di questa gente qui, cresciuta come dice Puglisi a pane e anime, in una Italia già abbastanza benestante, ma non del tutto. Tuttavia, come spesso accade nelle disamine di professori, cattedratici e sociologi, si manca il punto e si finisce per lanciare la freccetta poco più a destra o sinistra, rispetto all’occhio di bue. Il centro, che non piace a nessuno sia chiaro, proverò a mostrarvelo io; senza pomposi grafici e formule matematiche, senza tabelle demografiche e frasi complicate. Sarò anzi un po’ duro e forse per qualcuno anche scurrile. Per questo chiedo in anticipo venia. Infine sia chiaro: niente contro il Dottor Puglisi, che per quanto possa dire, mi sembra proprio un bravo ragazzo…

Ok! Giù dalla torre d’avorio!



La Generazione X è una generazione di sfigati, non in quanto tali, ma perché, per varie ragioni, risulta una generazione fantasma. In particolare stiamo parlando degli individui nati nella seconda e terza decade (anni 70 e 80). Questi individui non esistono, sono nati in una terra di mezzo, con pochi valori, senza slancio, fannulloni, giocatori seriali di RPG e videogiochi, lettori di manga e teledipendenti. I ragazzi della Generazione X agli occhi della maggior parte sono principalmente questo. Perché?

La risposta è semplice e davanti a tutti. I nati negli anni 70 e 80 sono nati dopo la rivoluzione studentesca di fine anni 60; dopo il boom economico degli anni 50 ed in generale del dopo guerra (quando sono nati certi imprenditori… hmmm… lasciamo perdere va! Ne riparleremo di questo in altra sede!), ma non ne hanno potuto beneficiare: erano troppo piccoli. I ragazzi che hanno vissuto il grande boom economico del dopo guerra hanno avuto possibilità incredibili e se hanno avuto un minimo di intraprendenza hanno potuto mettersi in gioco, rischiare (almeno un po’) e concorrere alla creazione di quello status sociale detto borghese, che nell’Italia del dopo guerra ancora poco esisteva. Se siete della Generazione X guardate i vostri genitori. Quanti sono semplici ragionieri divenuti direttori di banca; quanti con la terza media hanno avuto l’occasione di diventare capo-reparto, poi magari direttori di stabilimento? Come minimo sono diventati operai specializzati, con stipendi che oggi un laureato si sogna di notte. Oppure hanno approfittato di nicchie di mercato, diventando imprenditori, professionisti, commercianti ecc. e hanno avuto anche un discreto successo.

Noi della Generazione X questa opportunità non l’abbiamo avuta.

Gli studenti del periodo rivoluzionario sessantottino e post 68, a scuola hanno avuto vita facile (ricordate il 6 e o il 18 politico?), si sono laureati e si sono riversati a metà degli anni settanta nel mondo del lavoro, occupando ogni posto possibile, quasi fosse un loro diritto. Hanno occupato le poltrone nella pubblica amministrazione, nelle scuole, nelle amministrazioni locali e alla fine hanno anche sgomitato in politica, arrivando in Parlamento. Nelle aziende si sono presi i posti più in alto nelle gerarchie. I più scaltri e furbi, e – sia mai! – anche i più intelligenti ed intraprendenti, occupano le poltrone di direttore generale, di stabilimento, direttore vendite, acquisti, direttore finanziario. Tutti posti ben pagati: per effetto della crescita economica precedente hanno ottenuto stipendi di un certo rispetto (che peraltro oggi un plurilaureato non vedrà mai!). Questo nel mondo, diciamo, impiegatizio. Nel mondo delle professioni anche peggio: la generazione precedente ha creato ad arte barriere altissime all’entrata. I non-più-proprio-ragazzi della Generazione X non hanno chance di scalfire le alte mura innalzate da questi professionisti (e a onor del vero dai loro padri) che ovviamente resistono difendendo il proprio lavoro con unghie e denti.
Parentesi: socialmente si potrebbe provare a capire perché la generazione precedente non molli il proprio lavoro. Io ho in mente diverse ragioni, ma lasciamole per un momento ad un’altra eventuale nota…

Quindi, riassumendo: da una parte ci sono questi figli del 68 che oggi non mollano la presa e che come novelli inventori di colle superrapide e incredibili, tengono il loro culo attaccato alla poltrona di direttore o di professionista di decimo livello (per rimanere in tema RPG) e non vanno in pensione (forse anche perché non conviene farlo); dall’altro lato ci sono i giovani, i neo laureati, i figli degli anni 90 e 00. Questi ultimi si affacciano al mondo del lavoro, timidamente, e vogliono lavorare. Sia mai che possa dire ingiustamente, per carità.
Il problema è che i merdosi e luridi lavori a cui possono ambire per giustamente iniziare la sacrosanta e dovuta gavetta, li occupiamo noi della Generazione X, che non siamo mai passati al livello successivo (come in un gioco di ruolo della vita… o come un incubo, se preferite).
Nessuna chance. Finché il gioco dura, ovviamente. Perché se noi perenni gavettari dovessimo malauguratamente cambiare lavoro… beh! Siamo fottuti! I giovani costano meno, e noi abbiamo troppe competenze, siamo vecchi, costiamo troppo (a dire il vero nell’attuale situazione economica basterebbe il “costano meno”).
La Generazione X è una generazione fantasma, senza terra, né gloria. Siamo senza speranze – perché ce le hanno portate via sotto gli occhi negli anni 80 e all’inizio degli anni 90. Negli anni ottanta sembrava che il mondo non potesse che crescere economicamente e che tutto fosse possibile – ma così non è stato. Negli anni 90 hanno pure provato a cancellare una classe politica, facendoci capire che la democrazia non esiste, che la classe politica è composta da ladri, farabutti e mascalzoni (e, aggiungo, in ultima analisi, permettendo a personaggi come Renzi, Meloni e Salvini di assurgere a grandi condottieri della politica italiana… eh beh!).

Eppure…Ricordiamo qualche fatto; così magari qualcuno capisce.
Chi è della Generazione X ha fatto l’università. Non quella del 18 politico, quella vera. 4/5 anni e non 3.La Generazione X è di fatto la prima generazione informatica.
Da piccoli abbiamo usato il Commodore 64, l’Amiga, lo ZX Spectrum, mentre i nostri genitori si meravigliavano davanti ad una calcolatrice con i numeri rossi sul display.
La Generazione X è cresciuta con valori profondi. Siamo figli o perlomeno nipoti di persone che hanno vissuto la guerra, ce l’hanno raccontata in tutte le salse (e, diciamolo, ce l’hanno sempre portata a esempio: “Non frignare! Quando ero piccola io c’era la guerra e il nonno mangiava i topi, visto che non c’era niente altro”).
Siamo inoltre cresciuti con i cartoni animati (peraltro destinati in altro paese ad adulti) che portavano valori di un certo tipo, quali l’amicizia, l’onore, il concetto di patria ecc. Siamo cresciuti guardando vecchi  film (che oggi ai miei figli non posso nemmeno proporre), ma anche film degli anni 80/90 e così abbiamo potuto vedere entrambe le facce della medaglia sociale.
La Generazione X ha visto la guerra fredda e la vista sparire, ritornare, ri-sparire in una spirale mai finita e con attori a volte differenti.
La Generazione X oggi ha accumulato esperienza lavorativa, intraprendenza ed è nel periodo della propria vita migliore, più produttivo, più energetico, propositivo…
Siamo figli di una certa agiatezza economica, ma abbiamo visto i nostri genitori e nonni lavorare duramente, ne abbiamo acquisito i valori sociali, e malgrado tutto li stimiamo.
Molti hanno anche visto e vissuto gli anni più bui della vita sociale italiana, quali il post sessantotto, gli anni di piombo, le stragi e le bombe.
Abbiamo anche vissuto il periodo d’oro della musica, con i suoi valori e messaggi (che non è poco credetemi!).
Potrei andare avanti con altri esempi. Chi è della Generazione X potrebbe sicuramente contribuire con mille altri aspetti e a loro – se vorranno - lascio gli eventuali commenti.

Ebbene?
E’ il momento che qualcuno si accorga di questa Generazione X e che la svincoli da questa oppressiva situazione di schiacciamento. Che ne liberi i potenziali: i vecchi vadano in pensione con le loro vecchie teorie, lascino spazio alla nostra generazione e di conseguenza ai giovani. Che qualcuno provi a puntare su noi. Oggi, nell’attuale situazione economica, politica e sociale, potrebbe essere una carta vincente.


E non vado oltre...

4 commenti :

Freeman ha detto...

Classe 72 - condivido tutto e mi capita di rado quando leggo qualcosa sul web. Complimenti.

Marco Del Corno ha detto...

Grazie!

Unknown ha detto...

Classe 73.. Concordo pienamente! .. Grazie.

Anonimo ha detto...

Analisi perfetta, non avrei saputo fare di meglio. Forse aggiungerei solo che quando eravamo piccoli al cinema proiettavano, un po' prima di Ritorno al futuro, anche The Day After. Giusto per ricordare che la guerra fredda non era sentita solo come qualcosa che riguardava solo i russi e gli americani.

Ed ora? Come hai scritto adesso tocca a noi. I nostri rappresentanti sono Renzi, Salvini, Meloni e i ragazzi del M5S, tutti della ns. generazione, tutta gente che questo articolo potrebbe leggerlo e capirlo come me e te.

Ma perche' questo non mi conforta per niente. Anzi!

E soprattutto come se ne esce? Come diceva Lenin, che fare? L'ardua sentenza mi piacerebbe non lasciarla ai posteri...

Marco 1976

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