domenica 4 gennaio 2015

Renzi tra le nuvole

Renzi Tra le nuvole

La vicenda è un classico: il presidente del consiglio italiano con la sua allegra famigliola decide di passare le vacanze in una nota località montana e il viaggio, andata e ritorno, è messo sul conto del ministero, ovvero a carico dei cittadini.

Intendiamoci, ne abbiamo viste di peggiori. Ai tempi del craxismo i voli intercontinentali di stato con mogli, fidanzate, amici, parenti fino al quarto grado al seguito di ministri e parlamentari erano la norma. Grillo fu bandito dalla Rai per averlo denunciato in uno sketch. In tempi più recenti abbiamo visto scorte spingere carrelli della spesa, misteriose dame bionde scendere le scalette di aerei in missione diplomatica, faccendieri (poi arrestati per gravissimi reati) mettersi in bella mostra alle spalle del sovrano di Arcore, anche lui allora primo ministro. Rispetto a questi esempi il peccato di Renzi e famiglia è parva materia anche perché, probabilmente, muoversi con la scorta e in massima sicurezza è preferibile al rischiare attentati mentre si è in coda al check in di un volo di linea.
Quello che veramente non è accettabile è la costante e perdurante presa in giro di cittadini e contribuenti che incassano quotidianamente promesse demagogiche di normalità poi smentite alla prima occasione utile o alla prima settimana bianca.

Nella retorica renziana, vera protagonista di questa legislatura, non poteva mancare (e infatti non è mancata) l'inno all'uomo pubblico che "non deve" rinunciare alla normalità, che non deve essere diverso da un comune e modesto cittadino.

"Non voglio violare la legge o mettere in difficoltà uomini dello Stato che fanno il loro lavoro. Ma non voglio nemmeno dare al Paese l'impressione di un uomo che il giorno stesso in cui va al governo cambia status, immagine, stile. Non posso e non voglio passare dalla bicicletta all'auto blu. Io son di Rignano! Sono sempre stato in mezzo alla gente e continuerò a farlo".

Così diceva Renzi al corriere della sera solo pochi mesi fa.
A meno che con il "giorno stesso" non intendesse letteralmente il giorno in cui s'è insediato a Palazzo Chigi, e a meno che nel suo ragionamento fossero contemplate le auto blu ma non i Falcon dell'aeronautica militare, c'è un oceano di distanza con il Renzi che dichiara, ovviamente tramite l'amato twitter (oramai organo di stampa ufficiale del governo, povera Ansa) "gli spostamenti aerei...non sono scelte ma frutto di protocolli di sicurezza".

Ecco, non pretendo che il presidente del consiglio del mio Paese sia costretto come me a cercare il volo più economico e pagare tasse d'imbarco e 48 euro per prenotazione con carta di credito su un volo della Ryan Air; non pretendo nemmeno che rinunci alle vacanze in famiglia. Pretendo che non mi prenda in giro ogni volta che apre bocca o digita sul suo tablet!

Pretenderei anche, ma questa è solo una pia speranza, che i cittadini che oggi si indignano si ricordino quando vanno a votare che le parole hanno un significato. Chi mente in modo seriale, chi li blandisce con promesse che non può o non vuole onorare, non dovrebbe essere votato.

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