giovedì 15 gennaio 2015

In arrivo il Fuffa Act

Ho cercato sul dizionario inglese una parola corrispondente alla nostra “fuffa”, ma non sono riuscito a trovare niente. D’altra parte è nota la passione del nostro premier per gli inglesismi che fanno young, cool & smart e l’onomatopeico “shish”, così come il balbettante “ d d d d d d”, ben rende l’idea di un uso delle parole disinvolto a tal punto che il valore sta nel pronunciarle e non nei loro contenuti.

Così, tra gli ooooh di meraviglia di un’assemblea di Strasburgo probabilmente impegnata altrove (la sala era quasi vuota manco fosse la prima di un B movie degli anni ’70), San Matteo da Rignano sull’Arno è venuto a miracol mostrar sostenendo che le famiglie italiane si stanno arricchendo (fate ooooh in coro). Il miracolo sta nel fatto che qualcuno ci ha creduto.

Sarebbe inutile confutare le sue parole dato che nessun giornalista ha avuto, e avrà mai, il coraggio di chiedergli da dove abbia preso tale cantonata, senonché a noi che amiamo perdere tempo con numeri e documenti capita di avere sotto mano il bollettino della Banca d’Italia uscito solo pochi giorni fa che è intitolato, guarda un po’, La ricchezza delle famiglie italiane.

Prima di tutto occorrerebbe mettersi d’accordo sul significato delle parole perché ricchezza vuol dire una cosa e risparmio nel vuol dire un’altra. Probabilmente, lo si deduce dal passaggio in cui accenna al timore per il futuro, San Matteo si riferiva alla propensione al risparmio, ovvero alla quota reddito delle famiglie non spesa per consumi. Dice che dal 2012 al 2013 la ricchezza (“le famiglie italiane hanno visto crescere i propri risparmi” cit.) delle famiglie è passata da 3,5 trilioni a 3,9 trilioni.
Partiamo dalle definizioni. La ricchezza è composta da attività reali, ad esempio case e terreni,  e attività finanziarie, ad esempio azioni, titoli, depositi.
Nel grafico che segue sono riportate entrambe le componenti, più le passività, a prezzi correnti. Non vi è nessun segnale, né nell’istogramma né nelle linee, che indichi nel periodo preso a campione da Renzi alcun segno positivo.



Anzi vediamo chiaramente la curva flettere e poiché temiamo problemi di distorsione della vista, cerchiamo conforto tra le righe:
Tra la fine del 2012 e la fine del 2013 la ricchezza pro capite è diminuita dell’1,5 per
cento a prezzi correnti e dell’1,7 a prezzi costanti […]
Secondo stime preliminari5, nel primo semestre del 2014 la ricchezza netta delle
famiglie sarebbe ulteriormente diminuita rispetto alla fine del 2013. Il calo in termini
nominali (-1,2 per cento) è attribuibile a un’ulteriore flessione delle attività reali (-1,2 per
cento), alla diminuzione delle attività finanziarie (-0,4 per cento) e all’aumento delle
passività

Niente da fare, non c’è traccia di aumento della ricchezza; ci sarà aumento di risparmio. Andiamo a vedere.
Ricordo che risparmio è, in economia, il reddito meno le spese per consumi.

Nel 2013 il risparmio, dopo otto anni di diminuzioni (quindi il 2012 è andato ndr), è tornato a
crescere, risultando pari a 46 miliardi di euro contro i 34 dell’anno precedente.

Dopo i dubbi sulla vista cominciamo ad avere dubbi sull’algebra. Renzi ha parlato di 0,4 trilioni (cioè migliaia di miliardi) in più. Banca d’Italia dice invece che sono 12 miliardi, una differenza di “appena” 388 miliardi.
A cosa si riferisce dunque l’inquilino di Palazzo Chigi? A niente, a numeri detti a caso per impressionare chi si vuol lasciar impressionare e per nascondere quello che finora è stato un fallimento totale della politica economica del suo governo. Fallimento certificato senza pietà dall’Istat.
Quello di Renzi a Strasburgo è stato un fuffa show. Dobbiamo aspettarci altri fuffa acts?

P.S. abbiamo sforato dello 0,7 il tetto del 3%; mancano 10-12 miliardi da trovare entro primavera. Io comincerei a preoccuparmi dei quattro spiccioli che ho in banca: i risparmi di cui sopra.


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